Una nuova avventura per il Csv, ovvero la creazione di un giornale di comunità scritto dai giovani per raccontare la comunità in cui vivono, studiano, fanno volontariato, crescono. Un progetto
Il 27 settembre scorso si è riacceso il conflitto tra Armenia e Azerbaijan sul Nagorno Karabakh, con centinaia di morti e feriti: un conflitto che in trent’anni non è mai stato risolto.
Le Donne in Nero armene dal 27 settembre stanno inviando report sul conflitto alla lista anglofona delle Donne in Nero, chiedendo di dar voce a chi, in questi paesi in conflitto, chiede di cessare il fuoco e passare a negoziati (vedi anche dichiarazione di Sicurezza ONU del 29/9/2020).
Oltre a loro ci sono appelli in tal senso da parte di studenti armeni ed azeri (Azerbaijan and Armenia: Anti-war Statement); a Tfilis (Georgia) donne e uomini della Georgia, Armenia e Azerbaijan, insieme, hanno manifestato con lo slogan “Il Caucaso è la mia casa”; la giornalista azera Arzu Geybullayeva conclude il suo articolo “Siamo una generazione di guerra” scrivendo”…Sono di una generazione di guerra. Ne sto pagando il prezzo. Ma quante altre generazioni saranno costrette a farlo?”.
In questi giorni in alcune città italiane (Ravenna, Bologna, Napoli…) ed estere (lovanio, Belgrado…) le Donne in Nero stanno manifestando informando con cartelli:
per lo stop alla guerra Azerbaijan Armenia,
in solidarietà alle donne armene e azere,
per sostenere le forze di pace dei due popoli,
per la convivenza pacifica dei due popoli,
per lo stop al riarmo e militarismo,
e ricordando che:
nazionalismi e militarismi producono guerre,
l’odio è il virus peggiore.
Casa per la Pace e Donne in Nero di Modena, si uniscono a queste voci e si adopereranno perché le istituzioni preposte facciano pressione per dire BASTA A QUESTI CONTINUI TEATRI DI GUERRA.